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Assemblea UCIMU: Un ottimo 2022 per l'industria italiana delle macchine utensili 2023 Ancora positivo, ma la raccolta ordini rallenta
Cinisello Balsamo, 3 luglio 2023. Il2022 è stato un anno estremamente positivo per l'industria manifatturiera italiana delle macchine utensili, dei robot e dei sistemi di automazione, che ha registrato incrementi a due cifre e ha stabilito nuovi record per la maggior parte degli indicatori economici, tra cui la produzione e il consumo.
Con questi risultati, ancora una volta, l'industria italiana del settore si è confermata uno dei protagonisti dello scenario internazionale, dove si è posizionata al quarto posto nella classifica di produzione, export e consumi.
Il 2023 si chiuderà ancora con un segno positivo, e quindi con nuovi record per il settore, ma la raccolta ordini della prima parte dell'anno ha mostrato un rallentamento piuttosto marcato causato dal generale clima di incertezza.
Èquesto il quadro riassunto dalla presidente di UCIMU-SISTEMI PER PRODURRE, Barbara Colombo, questa mattina, durante l 'Assemblea dei Soci, alla quale hanno partecipato anche Adolfo Urso, Ministro per le Imprese e il Made in Italy (in collegamento video), Gian Maria Gros-Pietro, economista e presidente di Intesa Sanpaolo, e Federico Visconti, rettore dell'Università LIUC Cattaneo.
I RISULTATI EFFETTIVI DEL 2022
Secondo i dati definitivi elaborati dall'Ufficio Studi Economici e Centro di Cultura d'Impresa di UCIMU, nel 2022 laproduzione italiana di macchine utensili, robot e sistemi di automazione ha raggiunto i 7.280 milioni di euro, registrando un incremento del 15% rispetto al 2021. Iconsumi sono cresciuti del 26% a 6.311 milioni di euro, determinando un aumento sia delle consegne interne (3.812 milioni di euro; +21,6%) sia delle importazioni (2.499 milioni di euro; +33,3%).
Anche leesportazioni sono aumentate a 3.468 milioni di euro nel 2022, ovvero l'8,5% in più rispetto all'anno precedente. Il rapporto esportazioni/produzione è sceso dal 50,5% del 2021 al 47,6% del 2022.
Nel 2022, i principali mercati di esportazione dell'offerta italiana sono stati gli Stati Uniti (482 milioni di euro, +43,5%), la Germania (306 milioni di euro, -13,3%), la Cina (226 milioni di euro, -0,7%), la Francia (193 milioni di euro, +9,6%), la Polonia (188 milioni di euro, -8,5%).6%), Polonia (188 milioni di euro, +6,2%), Turchia (124 milioni di euro, -3,9%), Spagna (119 milioni di euro, +19,7%), Russia (99 milioni di euro, -3,9%), Messico (84 milioni di euro, +5,2%) e Svizzera (74 milioni di euro, +36,8%).
L'andamento positivo dell'industria italiana del settore ha avuto un impatto positivo sull'utilizzo della capacità produttiva, la cui media annua è salita significativamente, passando dall'80,2% del 2021 all'86,6% del 2022. Anche il portafoglio ordini è risultato in crescita, raggiungendo 8 mesi di produzione garantita contro i 7,3 dell'anno precedente.
Il fatturato del settore ha raggiunto i 10.482 milioni di euro.
PREVISIONI 2023
In base alle previsioni elaborate dall'Ufficio Studi Economici e dal Centro di Cultura d'Impresa di UCIMU, anche l'anno 2023 dovrebbe chiudersi con un trend positivo, ma la raccolta ordini della prima metà dell'anno è in fase di stallo.
Laproduzione dovrebbe attestarsi a 7.750 milioni di euro, ovvero il 6,5% in più rispetto all' anno precedente, segnando così un nuovo record assoluto nella storia dell'industria italiana del settore.
Iconsumi dovrebbero salire a un nuovo valore record di 6.835 milioni di euro (+8,3%), trainando le consegne dei produttori al mercato interno, che dovrebbero raggiungere un nuovo record, pari a4.155 milioni di euro (+9%). Anche leimportazioni dovrebbero aumentare, raggiungendo il valore di2.680 milioni di euro (+7,3%).
Leesportazioni dovrebbero crescere a 3.595 milioni di euro (+3,7%), tornando così ai livelli pre-Covida.
Inbase alle elaborazioni UCIMU su dati ISTAT, nei primi tre mesi del 2023 i principali mercati di sbocco dell'offerta italiana di macchine utensili sono stati Stati Uniti (126 milioni di euro, +35,4%), Germania (89 milioni di euro, +43,8%), Cina (55,5 milioni di euro, +23.3%), Francia (54 milioni di euro, +33,9%), Polonia (38 milioni di euro, +10,2%), Turchia (34 milioni di euro, +86,8%), Messico (29 milioni di euro, +49,7%), Repubblica Ceca (27 milioni di euro, +118%), Spagna (25 milioni di euro, -16,5%) e India (24 milioni di euro, +38,9%).
COMMENTI E PROPOSTE SULLA POLITICA INDUSTRIALE
Barbara Colombo, presidente di UCIMU-SISTEMI PER PRODURRE, ha dichiarato: "Se analizziamo l'andamento dell'ultimo triennio 2021-2023, è evidente che l'industria italiana della macchina utensile si è rafforzata dopo la crisi della sanità pubblica, che ha saputo affrontare con più efficacia ed energia di molti concorrenti, a partire dalla Germania. Questi risultati dimostrano le nostre capacità e il valore del nostro modello di impresa agile e fortemente orientato all'innovazione".
"Da diversi anni le aziende del settore lavorano in una situazione che si potrebbe definire di "business anomalo", in cui i cambiamenti di scenario sono una variabile costante. Non è facile, ma lo facciamo e lo faremo ancora in futuro".
"In risposta alla situazione di generale incertezza che ha di fatto condizionato la nostra raccolta ordini nel primo semestre dell'anno, le nostre imprese hanno individuato alcune sfide su cui intendono concentrarsi nel futuro a medio-lungo termine, per rafforzare il proprio posizionamento sul mercato internazionale: l'innovazione che si traduce in digitalizzazione & sostenibilità, la disponibilità di personale qualificato, la terziarizzazione e l'internazionalizzazione".
Digitalizzazione e sostenibilità
Oggi la vera sfida per i produttori in tema di innovazione è il binomio digitalizzazione & sostenibilità. Ciò si traduce nella capacità di sviluppare sistemi che garantiscano agli utenti processi efficienti, caratterizzati cioè da un uso appropriato delle risorse e da tempi di produzione adeguati, nonché nella possibilità di misurare l'impatto ambientale (ad esempio l'impronta di carbonio) in ogni fase del processo produttivo.
Tuttavia, un'evoluzione così rapida dei processi di innovazione, di cui le imprese sono protagoniste, non può prescindere da un'azione di sostegno da parte del Sistema Paese economico e industriale.
"Per questo chiediamo alle autorità di Governo di confermare e rafforzare il Piano di Transizione 4.0, che - a nostro avviso - deve prevedere strutturalmente un sistema modulare di incentivi fiscali combinabili e cumulabili che possano premiare in modo più consistente chi investe in nuove macchine, dove la digitalizzazione abilita anche la sostenibilità".
"In particolare, riteniamo che, oltre alla prima misura - quella attualmente in vigore, che consiste nel credito d'imposta per gli investimenti in tecnologie produttive digitali all'avanguardia - dovrebbe essere previsto un altro credito d'imposta per gli investimenti in macchine che si integrano tra loro per creare un sistema che implementa le due catene del valore, quella fisica e quella digitale. Infine, ci dovrebbe essere una terza misura in grado di garantire un credito d'imposta per la sostenibilità, al fine di spingere le imprese verso la "manifattura verde", in linea con le direttive europee".
Disponibilità di personale qualificato
Le aziende italiane di macchine utensili hanno grandi difficoltà a trovare personale qualificato e formato per operare nei loro stabilimenti. Infatti, la globalizzazione e la trasformazione digitale impongono una significativa revisione delle competenze richieste ai dipendenti e spingono alla nascita di nuove figure professionali che prima non esistevano.
Due aspetti particolarmente interessanti emergono da una recente indagine condotta da UCIMU sul "Fabbisogno di figure professionali e competenze professionali delle aziende del settore". Il primo aspetto: alcune figure tecniche che potremmo definire "tradizionali" sono ancora centrali nelle attività delle imprese del settore e sono difficili da reperire. Il secondo aspetto: per il futuro, le figure con competenze digitali e di automazione, oltre che manageriali, sono quelle di maggiore interesse per le aziende del settore. Questo significa che dobbiamo entrare in contatto sia con i giovani diplomati degli istituti tecnici e degli ITS (Istituti Tecnici Superiori) sia con i laureati, non solo in ingegneria.
Per ridurre il mismatch tra domanda e offerta di lavoro, le aziende spesso stringono accordi di collaborazione con gli istituti tecnici del proprio territorio, in modo che gli istituti stessi possano diventare dei vivai da cui attingere per le proprie esigenze occupazionali. In questa attività sono supportate da associazioni, come UCIMU, che operano direttamente per favorire il dialogo tra il mondo della scuola e della formazione accademica e il mondo delle imprese, anche con l'obiettivo di indirizzare meglio i loro curricula formativi, in modo che siano più in linea con le reali esigenze delle imprese.
Si tratta però di un lavoro complesso e articolato, i cui risultati si vedranno nel medio-lungo periodo. Per questo è fondamentale che il Sistema Paese possa supportaredirettamente le scuole e le università, attraverso ilsito adattando i curricula dei percorsi formativi a tutti i livelli ai cambiamenti del contesto.
Dall'altro lato, chiediamo alle autorità governative di confermare, anche per il futuro, l'applicabilità del credito d'imposta per l'istruzione e la formazione, indispensabile per sostenere le imprese in un rapido processo di aggiornamento e riqualificazione del personale.
Infine, il costo del lavoro, aumentato del 6,6%, rappresenta un ulteriore problema per le imprese che devono assumere personale, per cui chiediamo alle autorità governative di intervenire riducendo il cuneo fiscale.
Servitizzazione
Sempre più aziende del settore stanno lavorando per sviluppare un'offerta che comprenda, oltre alla vendita del prodotto fisico (la macchina), una serie di servizi a valore aggiunto che possano migliorare la soddisfazione dell'utente. Questa attività potrebbe diventare anche un'interessante fonte di reddito aggiuntiva per i produttori.
Inoltre, sulla falsariga di quanto già avvenuto in altri settori, UCIMU sta sviluppando, insieme ad alcuni partner accreditati del mondo del leasing, il tema della vendita attraverso il noleggio operativo, al fine di monitorare un'attività che si sta lentamente avvicinando al settore delle macchine.
Internazionalizzazione
"L'esportazione è il nostro primo modo di essere presenti sul mercato internazionale, ma non può e non deve essere l'unico. Le nostre imprese ne sono consapevoli e si stanno strutturando per cogliere al meglio le opportunità (anche quelle non sfruttate) offerte dalla domanda estera, sia dalle economie tradizionali, come quelle dei Paesi dell'Unione Europea e degli Stati Uniti, sia da quelle emergenti, come Cina, India, Vietnam e Turchia".
"Le aziende si avvalgono della partecipazione a fiere internazionali, ma anche della propria rete di agenti di vendita. Ci sono poi aziende che hanno uffici o filiali, per lo più uffici commerciali o punti di assistenza post-vendita. Sono invecepoche le imprese che hanno impianti di produzione all'estero e su questo dobbiamo ancora migliorare".
Le dimensioni medio-piccole delle aziende di questo settore rendono estremamente complessa la creazione di siti produttivi in tutto il mondo. Pertanto, le imprese del settore si sono organizzate per essere presenti in più aree utilizzando modalità alternative che possono essere funzionali ai loro obiettivi di business. È il caso,ad esempio, delle reti d'impresa, la cui creazione è stata promossa dall'Associazione e che riuniscono diverse aziende associate. In particolare, UCIMU è attualmente impegnata nella creazione della Rete d'impresa in Vietnam, sul modello di quella di successo di ITC India, nata più di dieci anni fa e confermata fino al 2026.
Inoltre, a sostegno delle attività di internazionalizzazione, UCIMU ha agito con iniziative ad hoc, realizzate autonomamente o talvolta con la partecipazione di partner istituzionali, tra cui SACE, SIMEST e ICE-Italian Trade Agency.
"A questo proposito - ha concluso la presidente Barbara Colombo - chiediamo alle autorità di Governo maggiori risorse per invitare i buyer stranieri in Italia e, al più presto, la riapertura del Fondo 394. Auspichiamo che questo fondo possa essere aperto non solo alle PMI, ma anche alle Mid-Cap, (che trainano la filiera produttiva) per il finanziamento a fondo perduto e a tasso agevolato di attività di internazionalizzazione, quali, ad esempio, l'apertura di uffici e filiali e la creazione di reti commerciali all'estero, nonché di progetti di sviluppo in materia di transizione ecologica e digitale e di partecipazione a fiere internazionali".

Cinisello Balsamo, 3 luglio 2023
Per ulteriori informazioni, contattare i seguenti recapiti:

Claudia Mastrogiuseppe, Responsabile Relazioni Esterne e Ufficio Stampa, +39 0226255.299, +39 3482618701 press [at] ucimu.it
Massimo Civello, Relazioni esterne e Ufficio stampa, +39 0226255.266, +39 3487812176 press2 [at] ucimu.it
Filippo Laonigro, Ufficio stampa tecnico, +39 0226255.225, technical.press [at] ucimu.it