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Nel terzo trimestre gli ordini di macchine utensili sono diminuiti (-19,9%) Ordini nazionali (-45,1%); ordini esteri (-1,7%)

Nel terzo trimestre 2023, l'indice degli ordini di macchine utensili elaborato dall'Ufficio Studi Economici e Centro Cultura d'Impresa di UCIMU-SISTEMI PER PRODURRE ha evidenziato un calo del 19,9% rispetto al periodo luglio-settembre 2022. Il valore assoluto dell'indice è stato di 63,7 (anno base 2015=100). Il risultato è dovuto alla riduzione della raccolta ordini, che i produttori hanno registrato sia sul mercato estero che su quello interno. In particolare, gli ordini raccolti dall'estero hanno registrato un calo dell'1,7% rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente. Il valore assoluto dell'indice si è attestato a 96,2. Sul fronte interno, gli ordini sono diminuiti del 45,1% , attestandosi su un valore assoluto di 24.

Barbara Colombo, presidente di UCIMU-SISTEMI PER PRODURRE, ha dichiarato: "I dati elaborati dall'Ufficio Studi Economici & Centro Cultura d'Impresa confermano il trend negativo che stiamo osservando dall'inizio dell'anno, determinato da diversi fattori".

"Con specifico riferimento al mercato nazionale, il calo della raccolta di nuovi ordini non è inatteso e corrisponde a una generale flessione della domanda dopo il boom registrato negli ultimi anni. Detto questo, il processo di transizione digitale che l'industria manifatturiera italiana sta attraversando deve ancora essere completato, anche alla luce delle nuove direttive europee in materia di sostenibilità e green manufacturing".

"La trasformazione del nostro settore è sotto gli occhi di tutti, ma non è distribuita in modo uniforme tra grandi, medie e piccole industrie e non è certamente completata. Poiché questa transizione rappresenta uno dei principali fattori di competitività del sistema economico italiano, che ha nell'industria manifatturiera il suo cardine, è necessario sostenerla con misure adeguate".

"Siamo consapevoli - ha proseguito Barbara Colombo - che le risorse economiche sono limitate e il contesto estremamente difficile, ma ora più che mai sono necessarie politiche di sviluppo. Per questo accogliamo con favore la decisione di inserire, nella bozza della manovra finanziaria 2024, il rifinanziamento della Legge Sabatini e gli incentivi per le imprese che tornano a produrre in Italia, oltre a sgravi fiscali per cittadini e imprese".

"Riteniamo però fondamentale rafforzare le misure per la competitività che dovrebbero essere inserite nel Piano 5.0, che purtroppo è ancora in stand-by. A questo proposito, confidiamo in una pronta azione dei rappresentanti del nostro Governo a livello europeo, affinché la Commissione UE conceda lo sblocco di una parte delle risorse del Piano RepowerEU da destinare al nostro Paese per l'attuazione delle misure previste da questo Piano".

"Oltre a un aumento delle attuali aliquote del credito d'imposta per gli investimenti in nuove tecnologie di produzione 4.0, come già sollecitato dal mondo dell'industria, il Piano dovrebbe prevedere un sistema strutturale e modulare di incentivi fiscali, combinabili e cumulabili, che premi maggiormente chi investe in nuove macchine, dove la digitalizzazione abilita anche la sostenibilità". In sostanza, la proposta presentata nei giorni scorsi alle autorità di Governo da Confindustria e da 10 associazioni di categoria, tra cui UCIMU, prevede, oltre al credito d'imposta per gli investimenti in tecnologie 4.0, anche un credito d'imposta ad aliquota maggiorata per i progetti di innovazione finalizzati alla transizione gemellare o alla sostenibilità digitale".

"Riteniamo infatti che il Piano, aggiornato sulla base di questo nuovo sistema, possa essere lo strumento più adatto per garantire a tutte le imprese uno sviluppo adeguato ai loro percorsi: spingendo quelle che sono già avanti nel loro processo di digitalizzazione a lavorare anche sulla sostenibilità, senza lasciare indietro le aziende che si sono appena avvicinate al tema dell'interconnessione di sistemi e macchine".

"Sul fronte estero - ha detto Barbara Colombo - la raccolta ordini è stata sostanzialmente stazionaria, confermando così l'andamento di lungo periodo che mostra un trend più regolare per quanto riguarda gli ordini ottenuti dai costruttori all'estero, rispetto a quello degli ordini raccolti sul mercato interno, dove gli incentivi disponibili negli anni hanno portato a forti oscillazioni della domanda".

"In particolare, i produttori italiani hanno sempre avuto come partner straordinario gli Stati Uniti, che attualmente rappresentano la prima area di destinazione delle esportazioni. Il dinamismo della domanda nordamericana, che ci aspettiamo rimanga tale anche nei prossimi mesi, ha sostanzialmente controbilanciato la debolezza della domanda asiatica ed europea".

"Ora, ci auguriamo che l'Europa e soprattutto la Germania tornino a lavorare come in passato o anche di più, considerando che il fenomeno del re-shoring può avvantaggiare i produttori italiani che sono già presenti nelle catene del valore tedesche".

"Purtroppo, però, una forte instabilità è derivata dal conflitto in Medio Oriente, che può innescare nuove tensioni anche nel resto del mondo, dove, tra l'altro, è improvvisamente ricomparso il pericolo del terrorismo islamico. Ciò rischia di aumentare ulteriormente l'incertezza dei mercati. Un'attenzione particolare va quindi dedicata alle aree più lontane, a partire dall'Asia, dove la presenza sul mercato è molto più complessa per le aziende italiane del settore che sono per lo più PMI".

"Per questo motivo - ha concluso la presidente Barbara Colombo - UCIMU è impegnata nella realizzazione di nuove iniziative a sostegno delle attività di internazionalizzazione delle imprese. Tra queste, due reti d'impresa: ITC India che opera già da undici anni; e la neonata rete IMT in Vietnam, lanciata lo scorso settembre e nata con l'obiettivo di facilitare la penetrazione delle imprese della rete in un Paese che rappresenta la porta d'accesso all'intera regione del Sud-Est asiatico".

Cinisello Balsamo, 23 ottobre 2023

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